“C’è uno squilibrato che spara” – Un’opera di L. Peroni, G. Alessandrini e QRO Orchestra

introduzione di Filippo Davoli

Conosco e frequento Ludovico Peroni e Giacomo Alessandrini da anni. Ne conosco la grande umanità, come pure quel tocco indiscutibile di genio che a volte capita in sorte a paesini minuscoli di un entroterra qualunque (in questo caso quello piceno), dove chi lo possiede lo vive come un’alternativa possibile a certe angusture proprie del vivere in paese: e di là, fortificando quei “giochi” con lo studio implicato e tenace della musica, del cinema, della letteratura, certi talenti su cui forse nessuno avrebbe scommesso granché – forse licenziati come strani, originali; tendenzialmente incompresi – oggi maturano una ricerca sempre più interessante che parte dal postmoderno (contro) e si focalizza sulla nostra quotidianità impazzita, prendendo a simbolo la drammatica telefonata con cui il sindaco di Macerata, Romano Carancini, raccomandava ai suoi concittadini di non uscire di casa perché per strada girava uno squilibrato che sparava.
Una pagina di cronaca choccante, riletta col dolore che ancora ci attanaglia se ci pensiamo, ma anche con l’ironia che a volte è indispensabile per andare avanti: e difatti l’opera si intitola “Le mie merendine buonissime”. In altre parole, con bella intelligenza. E lo fanno con l’ausilio prezioso di quella brillante orchestra che si chiama – con un nome vagamente impronunciabile – QRO (tutti musicisti jazz provenienti dal Conservatorio di Santa Cecilia in Roma). Una squadra che, tutta intera,  Nuova Ciminiera tira oggi a bordo con soddisfazione.
Del progetto che qui di seguito ascolterete e vedrete, potete leggere la genesi nelle parole stesse di Ludovico e Giacomo (dopo questa piccola introduzione).

Ludovico Peroni
(foto di F. Davoli, 2018)

“…attenzione per strada c’è uno squilibrato che spara…”

Ludovico Peroni: Era da un po’ che volevo scrivere qualcosa che mi potesse riguardare da vicino: qualcosa di vagamente autobiografico, di sentito e vissuto; qualcosa che non fosse il classico tema assoluto, alto, letterario.

Era da un po’ di tempo che mi ritrovavo a riflettere sulla mia infanzia, sulla mia vita, sui miei amici, la mia famiglia, le mie emozioni…Qualcosa di veramente “mio”.

Giacomo Alessandrini: Tutto è maturato dal ’90 al ’99: tra giochi, videogiochi,

Giacomo Alessandrini

programmi tv, il massacro della Columbine, cartoni animati e merendine.

D’altronde siamo dei giovani incolpati di aver avuto troppo e che, invece, hanno trovato nulla. È curioso che per parlare di noi abbiamo dovuto necessariamente parlare di “merendine”:

Ludovico: L’opera ci è stata commissionata da “Anime di Strada” in occasione dell’inaugurazione dell’opera “Cupido” del duo di street artist spagnolo Pichiavo. Non ci poteva essere occasione migliore! Il comune di Montecosaro ci ha poi appoggiato con entusiasmo e io ho posto solo una condizione: “Sarà una delle cose più assurde e scomode che si siano mai viste e sentite in questo teatro”

Giacomo: Le mie merendine buonissime è un’opera musicale, recitata da un sintetizzatore vocale, creata da un’ibridazione di linguaggi: musica contemporanea, improvvisazione, musica concreta e elettronica.

Ludovico: L’idea di ispirarci al Vaporwave ci ha permesso di riciclare materiale della cultura di massa degli anni ’80 e ’90 facendolo rivivere in un eterno presente: per l’occasione abbiamo anche utilizzato i linguaggi della musica sperimentale, d’avanguardia, musiche dal timbro acid-rock, per dar vita a un universo denso e ricco di richiami alla Pop Culture dell’ultimo trentennio.

Giacomo: L’estetica Vaporwave permette di unire tanti registri linguistici, facendoci rivivere un ricordo; un ricordo in acido e assolutamente perturbante.

La musica è accompagnata da video creati utilizzando materiale preesistente preso da spot, programmi tv, videogiochi del decennio degli anni ’90.

Ludovico: Anche la musica e il sonoro sono stati ripresi da materiale preesistente… si veicola poi anche un ulteriore contrasto musicale tra il materiale campionato, composto e improvvisato: ho utilizzato la tecnica della “Conduzione Chironomica” (un mix tra Soundpainting e Conduction) che ha permesso di far percepire liquidità e imprevedibilità nell’instaurarsi della forma musicale.

GIacomo: L’opera è stata un’occasione per riflettere sulle contraddizioni della comunicazione e della società del consumo dell’epoca attraverso gli occhi di due bambini che quell’epoca l’hanno vissuta e, purtroppo, ancora fanno fatica ad uscirne.

Attraverso questo mix di linguaggi esplosivo si rivivono gli anni ’90 con gli occhi di un due bambi disillusi e malinconici.

Ludovico: Gli spettatori sono stati testimoni di una violenza così bella e romantica che hanno fatto veramente fatica a non accettare.
Molti sono usciti con le lacrime agli occhi. Questo mi ha colpito molto…

Gli spettatori hanno accettato il gioco delle citazioni, dei richiami e li hanno combinati, problematizzandoli, grazie all’atmosfera creata dalla musica…

Giacomo: L’opera si chiude con un epilogo distopico scaturito da una registrazione di un messaggio audio trasmesso dal sindaco di Macerata a tutti i suoi concittadini il 3 febbraio 2018: “…C’è un individuo armato che spara…”.

Realtà che supera quella fantasia violenta ma edulcorata dei nostri anni ’90. Realtà che può essere ancora apprezzata sul palco solo come un ricordo distorto.

L: La realizzazione di un oggetto così complesso è merito soprattutto dei musicisti dell’ensemble QROrchestra con l’apporto di due ospiti d’eccezione: il compositore sperimentale Remo De Vico e Maria Gaia di Tommaso. Sul palco abbiamo portato un organico di 8 persone dalla provenienza geografica eterogenea (Marche, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Umbria) che si sono cimentate nell’esecuzione della prima vera opera del genere.

Vi lasciamo con la prefazione del libretto di sala, lasciata agli spettatori quel giorno.

“…rimanete nelle vostre case. Grazie.”

le mie merendine buonissime 胃園ヰ゛

Opera Vaporwave in tre quadri (colorati)

di Ludovico Peroni e Giacomo Alessandrini

Siamo stati due bambini cresciuti insieme lungo tutti gli anni ’90.

Il ritrovo iniziava appena pranzo, non appena iniziava la sigla di Lupin III.

Giocavamo col plasticoso Megazord, con l’enigmatico Robocop, con i Power Rangers; praticamente tutti i giorni insieme.

Nel pomeriggio una piccola pausa da questi giochi logoranti, alle 16:00 in punto, gustandoci le nostre merendine buonissime: a casa di Giacomo spesso c’erano i pan di stelle, a casa di Ludovico c’era la mamma che qualcosa rimediava sempre, spesso salato. Qualche volta mangiavamo gli Yo-yo che erano buonissimi. Alle 16:00 perché c’era Solletico: giuravamo di voler partecipare ai giochi a premio via telefono, ma abbiamo rimandato troppo a lungo…Però poco importa, poi si è scoperto che quelle telefonate dei bambini da casa erano, per lo più, false.

Di tanto in tanto arrivava a casa Otello, con dei borsoni pieni di cavi, dispositivi elettronici, dischi copiati e meraviglia. I nostri genitori provavano nuovi pezzi per i Pc e noi ci spartivamo i giochi.
Non ci installavano mai gli stessi giochi: non era necessario occupare spazio extra sui Pc. Oppure era una loro tattica per non farci isolare ognuno in casa propria… Vabbè, tanto si giocava comunque tutti insieme.

Giacomo aveva Monkey Island, Cannon Fodder e The Lion King; Ludovico aveva Disney Magico Artista, Carmageddon e Comix Zone.

Carmageddon, a dir la verità, è rimasto nel Pc una manciata di ore: tanto è bastato per renderlo indelebile.

Entrambi avevamo però installato Ace Ventura: l’acchiappa animali.

Quando era più caldo si andava a raccogliere pinoli e li si mangiava, sporcandoci le mani tutte ignobilmente di nero.
Alla fine precisa degli anni ’90 Ludovico ha cambiato casa; poche centinaia di metri più in là in realtà, ma tanto bastava per iniziare a comprare i giocattoli doppioni e installare gli stessi giochi sui nuovi PC.

A Ludovico è arrivata la Playstation per Natale e a Giacomo, che aveva Nintendo ’64, la X-Box. Una volta ci siam scambiati le console per finire i giochi che non erano multipiattaforma. Abbiamo iniziato a raccontarci gli anni 2000 di ognuno di noi, ma non li abbiamo vissuti insieme.

Ora siamo cresciuti e Ludovico lavora con la Musica e Giacomo con il Cinema e la Letteratura, ma viviamo ancora tante cose insieme.

Appena pranzo ci troviamo, puntuali, in un’angoscia insperata vissuta fino alle 16:00.
Alle 16:00, precise, perché aspettiamo l’accettazione di ciò che ci circonda.
Alle 21:00 lasciamo spazio a un po’ d’odio e paura per la società che ci circonda.
Poi succede che pochi giorni fa Ludovico va a trovare Giacomo:
la sua cameretta, per la prima volta in 23 anni, appare cambiata: non c’è più il letto e l’armadio è nella parte opposta della parete. Nella mensola alta svettano però i bundle di Grim Fandango e Sam&Max: assurdi e fieri di troneggiare su TUTTO. Sono rassicuranti…

Subito la voglia di scrivere qualcosa insieme che sia lontana dalla politica, dai disastri degli ultimi periodi e dall’odio che ci circonda. Qualcosa così… di divertente, di stupido, di “cazzone”.
Ma probabilmente non ci siamo riusciti: perché la realtà che oggi viviamo è veramente brutta.

Ci fa veramente schifo.
Ma quelle merendine… quelle merendine erano davvero buonissime.

 

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