Bestiario delle emozioni

Bestia centoseiesima

La Corruzione avvolge il corpo sinuoso attorno al tronco di un salice e si aggrappa con le zampe slanciate a un ramo semispoglio. Scivola nel folto della chioma e fa capolino tra le foglie ammiccando voluttuosa. I suoi sospiri sono un invito a tradire, la sua lingua percorre lenta le labbra e anticipa i piaceri che si schiuderanno grazie a una sola, semplice trasgressione.
Gli esemplari malriusciti di Onestà cedono al suo corteggiamento e abbandonano la strada per gettarlesi fra le cosce. Quando l’amplesso sarà finito, di loro non resteranno che luride carcasse.

Bestia centosettesima

La Malinconia è una balena solitaria che riempie l’oceano di un canto struggente.
Muove la coda, grande quanto una scialuppa, accarezzando le correnti gelide che attraversano le profondità di cobalto. Gli occhi tristi osservano l’abisso nero che si stende sotto la sua pancia. Sopra di lei, invece, un brillio anima la superficie. Nuota decisa verso il sole e balza fuori dall’acqua. Il suo corpo si trasforma in spuma e vola via nel vento.

Bestia centottesima

Il Masochismo venne morso sulle natiche, ancora cucciolo, da una bestia che amava. Da tutta la vita, col capo chino e lo sguardo supplicante, sfila dinanzi alle belve più feroci e ne invoca la furia. Offre loro il proprio corpo col desiderio di essere aggiogato e guaisce di piacere quando gli artigli di un predatore gli scavano i fianchi. Rivive la gioia di quel dolore antico e i suoi occhi, quarzi splendenti nel sole atroce della controra, mettono in guardia il carnefice: il tuo potere è una mia scelta.

Bestia centonovesima

Il Cambiamento prende forma nel buio. Giace fra strette pareti di seta, incapace di muoversi. Una scossa gli parte dall’addome e si propaga al torace e alla testa. Lui si agita e si ritrova a scalciare con delle zampette assenti fino a un attimo fa. Un prurito gl’invade la schiena.
Da qualche parte, oltre l’oscurità che lo circonda, si leva un concerto di fruscii, sibili, boati: qualcosa lo attende fuori dall’involucro. Ma uscire non sarà pericoloso? Si paralizza, la paura lo stritola.
Un rivolo di luce fende la seta, il calore ammanta il Cambiamento e gl’infonde nuova energia. Lui si scuote e si dibatte, si flette e si allunga: correrà il rischio di rivelarsi.
Il bozzolo esplode, le ali iridate proiettano la bestia in un mondo nuovo.

Bestia centodecima

Il Sadismo, cucciolo esposto alla furia di un violento aguzzino, ha perduto le zampe superiori tra le fauci del mostro. Al posto di ciascuna di esse gli è cresciuta una sola unghia ricurva come un uncino. Imitando la belva che lo ha sfigurato ha soffiato contro l’Empatia e l’ha messa in fuga: non c’era posto, per lei, in una tana già occupata dal Risentimento. Il corpo del Sadismo si è espanso sotto la spinta di un Dolore che gli cresceva nelle viscere. Da allora va in cerca d’innocenti e ne fa scempio con gli artigli adunchi. Si nutre della loro sofferenza: recita la parte della belva per dimenticarsi di essere stato una vittima.

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